Guita Soifer, artista brasiliana nata a Curitiba nel 1935, ha attraversato decenni di ricerca nell’arte contemporanea, distinguendosi per un approccio multimediale e sperimentale. Le sue opere spaziano tra incisione, pittura, disegno, fotografia, video e installazioni, ma ciò che le accomuna è un filo conduttore profondo: la memoria.
Per Soifer, la memoria non è solo un tema, ma la sostanza stessa del suo fare artistico. Le sue composizioni, fatte di strati, tracce, ripetizioni e segni, evocano un tempo sedimentato, mai lineare. Proprio come i ricordi, le sue opere sono frammentate, discontinue, in divenire.
Ricordare, per lei, è un atto di resistenza contro l’oblio, un modo per preservare l’effimero e dare forma a ciò che sfugge. La memoria si fa esperienza fisica ed emotiva, diventa linguaggio visivo e poetico che racconta identità, trasformazioni, perdite e sopravvivenze.
Il sogno, nei suoi lavori, si intreccia alla memoria come spazio di rielaborazione, soprattutto nei riferimenti alla Shoah. Qui il ricordo emerge non come cronaca, ma come frammento affettivo e inconscio.
Nell’arte di Guita Soifer, la memoria non è fissa, ma un processo in continua ricostruzione, capace di collegare passato e presente, personale e collettivo, e di interrogare ciò che rischia di essere dimenticato.