Nella SuperSerie Madonne, l’artista italo-argentino Michel Oz ci propone un viaggio visivo e spirituale attraverso la figura della Vergine Maria, ripensata alla luce del presente. Ben oltre la semplice icona devozionale, questa serie di dieci opere ci propone una Maria viva, intensa, una presenza che continua a interpellare le nostre fragilità, i nostri desideri più profondi e le tensioni del nostro tempo.
La mostra, visitabile dall’11 maggio al 1° giugno 2025 presso le Sale del Ciliegio del Museo Diocesano di Brescia, è realizzata in collaborazione con la galleria Contemporary Art Shop di Roma, con la curatela di Carlo Ciuffo, e il supporto di UCAI Brescia e dell’organizzazione Pangea Onlus.
Dal punto di vista artistico, Michel Oz lavora con una tecnica mista che unisce collage, décollage ed estetica urbana. Le sue immagini nascono dall’incrocio tra l’arte sacra tradizionale e linguaggi visivi contemporanei, creando un contrasto vibrante tra l’eterno e l’immediato. Ogni opera è insieme omaggio e trasformazione: recupera icone mariane di epoche diverse, dal Medioevo al Barocco, e le rilegge in chiave personale, sensibile e attuale.
Storicamente, Maria è stata rappresentata come regina, madre, interceditrice, addolorata, trono, tempio. Michel Oz riprende questi archetipi, ma li attraversa con uno sguardo che mette in primo piano la dimensione femminile come spazio di incarnazione, resistenza, compassione e origine. Non è solo una figura religiosa: è un simbolo universale, che racchiude ciò che c’è di più umano nell’essere umano.
Dal punto di vista teologico, queste opere ci ricordano che la Vergine non è solo madre di Cristo, ma ponte tra il divino e l’umano. È colei che permette al trascendente di entrare nella storia, attraverso il corpo e l’esperienza di una donna. In questa serie, quella mediazione si fa visibile, concreta, profondamente attuale.
La mostra non si limita all’ambito estetico: è anche segnata da un impegno etico. Parte del ricavato delle vendite sarà infatti destinata a sostenere progetti sociali rivolti a donne in situazioni di vulnerabilità, in collaborazione con Pangea Onlus, sottolineando così la dimensione solidale e trasformativa dell’arte.
In SuperSerie Madonne, il sacro smette di essere distante: si fa presenza quotidiana, si umanizza, ci guarda da volti frammentati ma carichi di senso. Michel Oz non ci invita soltanto a guardare: ci invita a fermarci, a sentire, a riflettere. A ricordarci che l’arte, come la fede, come la maternità, può essere anche un modo per prendersi cura del mondo.
Prof. Maximiliano Leyes